L’Insediamento Preistorico in Località Pantani Fragneto.
Paleolitico medio
In seguito alle ripetute ricognizioni da parte dei soci del G.A.P.S., nell’area antistante il Convento di S. Agostino, sono stati ritrovati centinaia di reperti silicei ascrivibili al Paleolitico Medio (tra i 70.000 e i 35.000 anni fa) di cui è impossibile azzardare una datazione più precisa in quanto i materiali raccolti sono il risultato delle ripetute arature del terreno e sono frammisti ad altri reperti del Paleolitico Superiore, del Neolitico, e di epoche successive fino al medioevo. La presenza costante e continua dell’uomo su questo terrazzo fluviale ne testimonia la fertilità e la notevole capacità di difesa da eventi naturali. Le popolazioni più antiche che vi abitarono potrebbero essersi insediate già 70.000 anni fa durante l’interglaciale Riss -Wùrm, quando il clima della zona era caratterizzato da inverni freddi ed estati caldo umide simili a quelle africane (il lago del Matese non è altro che il residuo di un fronte glaciale di questo periodo) ovviamente questo tipo dì clima diverso, giustifica la presenza in questa zona di fauna di grossa taglia (elefanti. rinoceronti., mammut bisonti ecc.). I materiali ritrovati si riferiscono a reperti silicei lavorati dall’uomo di Neanderthal, che abitava questo terrazzo e scheggiava le pietre dure sul posto, come testimoniano i numerosi scarti di lavorazione ritrovati, ricavandone veri e propri utensili per la caccia e per la pesca (punte di giavellotto, ed in epoca tarda di freccia); utensili da taglio per la macellazione delle bestie catturate (coltelli e lame a dorso); strumenti per la lavorazione delle pelli con le quali si proteggeva dal freddo (raschiatoi di vario tipo e grattatoi) e per la lavorazione dell’osso e del legno usati come supporto degli strumenti in pietra (incavi, bulini, schegge taglienti). La gran parte degli strumenti ritrovati in loc. Pantani Fragneto sono realizzati seguendo una tecnica di scheggiatura ben precisa detta «Levallois» dal luogo del primo ritrovamento in Francia, attraverso la quale per la prima volta l’uomo riesce ad ottenere delle schegge di forma predeterminate ed uno strumentario completo. L’uso dei più diversi materiali: selce anche di qualità scadente, arenarie a grana fine o grossolana, diaspro, quarzite ecc. se da una parte evidenziano le qualità dell’uomo di Pantani Fragneto, dall’altra testimoniano la carenza di materia prima, probabilmente importata da zone vicine al fiume Volturno a pochi chilometri dal sito in questione ove sono stati individuati siti al momento sporadici; ad avvalorare tale ipotesi, da uno studio attento della diversità di patine che vengono a formarsi su uno stesso strumento di pietra, per il contatto con il terreno acido, si evince che la carenza di materiali abbia indotto l’uomo a riutilizzare le stesse schegge abbandonate nel luogo da un suo lontano predecessore. Non ci sono pervenuti al momento reperti fossili appartenenti alla fauna ed all’uomo, e non possedendo dati provenienti da scavi stratigrafici, non possiamo azzardare l’ipotesi di quanti uomini o capanne abitassero il sito, ma ipotizziamo che insediamenti di questo tipo per quanto se ne sappia accoglievano pochi nuclei familiari in quanto viene calcolato dagli esperti, in base alle attuali conoscenze, che la popolazione avesse una densità molto scarsa. Sappiamo che l’Uomo di Neanderthal, praticava il cannibalismo rituale, in quanto sono state ritrovate anche in Italia ( particolarmente importante il sito del Circeo non lontano da Roma ) sepolture tipiche con il teschio bucato in prossimità del foro occipitale, per l’estrazione del cervello, deposto al centro di un circolo di pietre contenente gli avanzi ossei del defunto che venivano tinti con ocra rossa a testimonianza di un primordiale rito di sepoltura.
Paleolitico Superiore e Neolitico
Il ritrovamento di materiali litici del Paleolitico Superiore ( 40.000 – 10.000 a. C. ) appartenenti all’Homo Sapiens Sapiens, cioè alla specie moderna, testimonia la quasi continua frequentazione del sito di Pantani Fragneto .
Il numero di questi reperti non ci consente per ora di azzardare delle conclusioni attendibili, pertanto ci limiteremo a descrivere sommariamente quelli più significativi.
Si tratta di strumenti di lancio; punte di freccia dette «a cran» caratterizzate da un incavo prossimale alla base per favorire l’immanicazione; punte «peduncolate» aventi due incavi alla base a formare un peduncolo da inserire sul bastone di legno di supporto; piccoli grattatoi che avevano la funzione di pialle; raschiatoi laminari, per le lavorazioni delle pelli, bulini per incidere legno ed ossa; strumenti perforatori per la lavorazione di osso e legno.
Il ritrovamento di due frammenti di ascia ed un frammento di un probabile pendaglio con foro, in pietra levigata ci testimoniano la frequentazione del luogo anche durante il Neolitico ( 8.000 – 5.000 a .C. ).