Citato negli antichi documenti con il nome di «PAGLIARA» il centro «nuovo» di Prata Superiore, dista dal borgo medioevale circa 500 m. ed è adagiato su un pianoro in posizione dominante rispetto alla pianura sottostante.
Il centro urbano inizia a svilupparsi intorno alla fine del 1500 anche se in esso, si inglobano strutture più antiche ed in origine isolate come ad esempio il Convento di S. Francesco; la cui costruzione ebbe inizio nel 1460 per volere di Carlo Pandone e fu ultimata dal figlio Scipione che la fece consacrare nel 1480.
Lasciato il convento di S. Francesco si attraversa il centro storico per via Cantone lungo la quale si incontrano numerosi portali in pietra con stemmi gentilizi datati al secolo XIX° e qua e là angoli caratteristici: Durante il cammino ci si può fermare davanti alla Cappella di S. Croce di cui è attualmente proprietaria la famiglia Cameretti da una iscrizione su pietra trovata al suo interno risulta che fu fatta costruire da Franco De Franchis nel 1302.
Dopo aver percorso per intero Via Cantone si arriva in Piazza S. Pancrazio dove si trova l’omonima Chiesa Parrocchiale costruita intorno al XVI° secolo e successivamente modificata nel corso del Settecento, quando la navata e la cupola furono innalzate e all’interno fu abbellita con altari, stucchi ed una pavimentazione in maiolica napoletana (riprodotta di recente).
Proseguendo per Via Roma si incontra ancora qualche portale in pietra con stemma gentilizio, ed alcuni stucchi tardo settecenteschi parzialmente conservati lungo la facciata di palazzo Cameretti.
All’incrocio di Via Roma con Via Acquaro si trova la Cappella di S. Sebastiano utilizzata oggi come cabina ENEL e come deposito comunale, negli antichi documenti viene spesso definita «ospedale» in quanto era probabilmente riservata ai viandanti non ammessi in paese in periodi di epidemie e pestilenze.
Al suo interno si conserva ancora un affresco raffigurante S. Rocco di epoca settecentesca coevo alla presunta costruzione della chiesetta.
Nonostante il centro abitato di Prata Superiore non presenti nel suo insieme la stessa omogeneità del borgo medioevale, costituisce comunque sotto certi aspetti un patrimonio da conservare e valorizzare in modo adeguato.