Dalla seconda metà dell’Ottocento si ha notizia di due attività artigianali per la produzione della carta, gestite dai fratelli Lombari e dai fratelli Colaluca, la prima cartiera fu rilavata e trasformata dall’imprenditore Ettore Procaccianti, la seconda fu abbandonata perché probabilmente non più competitiva a livello commerciale ed i suoi proprietari emigrarono in America a cercare nuove fortune, quest’ultima ormai quasi cancellata dalla folta vegetazione lascia intravedere i suoi ruderi in località S. Marco in via Calonica.
La Cartiera ubicata in località detta ancor oggi “Officina”,pienamente operante già dalla metà dell’Ottocento, i cui resti notevoli ancora si vedono, fu acquistata da Ettore Procaccianti un imprenditore laziale proveniente da Guarcino in provincia di Frosinone che intorno al 1890 la trasformò da attività artigianale quale era in una vera e propria industria per la produzione della carta paglia, adottando l’uso di macchinari all’avanguardia per quei tempi. Lo stesso imprenditore intorno agli anni venti del secolo scorso cedette la sua proprietà in favore dell’ingegnere Ruggero Bonghi che la rinnovò ulteriormente con i nuovi macchinari che ancora oggi vi si vedono abbandonati all’interno, e gli diede il nome di Società Cartaria Sannita con sede legale ed uffici in Napoli. La cartiera di Prata ha impiegato nel tempo numerose maestranze provenienti dai luoghi di origine dei proprietari, le quali traferitesi a Prata vi restarono con le relative famiglie,ed ancora oggi vi sono i loro discendenti. Attualmente di proprietà privata, le strutture addossate alla montagna e nascoste dalla folta vegetazione che le invade, conservano negli ambienti interni le macine per la paglia, le vasche dove veniva preparata la poltiglia con paglia, acqua e calce ed il macchinario complesso lungo all’incirca 15 metri da cui usciva la carta paglia che veniva tagliata e portata verso i forni per il trattamento, la pressatura e l’asciugatura.
A monte dei locali di produzione ancora oggi si conserva la piattaforma con un piccolo vano dove era allocata la bilancia per la pesa della paglia che vi veniva consegnata, di fianco ancora sono ben visibili le rotaie del montacarichi che la portava nel luogo in cui veniva lavorata. Purtroppo questa attività nel tempo è divenuta poco conveniente forse perché la zona non era ben collegata con mezzi di trasporto più moderni, agli inizi degli anni ’60 del secolo scorso ha cessato la sua attività.