Di questa chiesa ci sono pervenute testimonianze scritte ed i toponimi “ Piazza Santi Janni “ (Piazza San Giovanni) e “ Porta Santi Janni “ (porta di accesso al borgo vicino alla piazza stessa); è probabile che proprio nei pressi dell’attuale Piazza San Giovanni sia ubicata questa antichissima chiesa antecedente alla costruzione del borgo. Ad avvalorare questa ipotesi potrebbe essere di aiuto la foto d’epoca qui esposta ove si intravede uno scorcio della piazza di circa 60 anni fa; il rudere che vi si nota è stato in seguito coperto da un caseggiato di costruzione recente.
Da testimonianze orali raccolte presso le persone più anziane è emerso quanto segue: “ ……a piazza Santi Janni, dove stanno le case degli eredi Testa fino al confine con il palazzo Castallo, non ci stavano case fino a circa quaranta anni fa, ma ci stava solo un funucu (fondaco) che teneva un pavimento a cemento bianco ed era fatto con due mura basse senza entrate e da due mura alte, una verso i Castallo una verso le case dei Testa sulla quale ci stava un grosso portone a pietra viva che affacciava sulla piazza; di fronte a questo portone ci stava una croce grande con una base di cemento a forma di campana e al centro della piazza una pianta di teglia (tiglio) secolare. In questo funucu ci si vendevano i panni… “.
Anche se questa versione apparentemente contrasta con la nostra ipotesi in realtà non la esclude considerando che nelle cronache antiche viene citato un mercato domenicale, non è da escludere che il rudere disponendo come già detto di un pavimento definito “ a cemento bianco “, possa essere stato utilizzato per sistemarvi i banchi dei venditori di tessuti.
A sostegno ulteriore della nostra ipotesi si ha memoria di ritrovamenti sporadici di pietre lavorate, che secondo le descrizioni orali potrebbero essere dei capitelli o comunque degli elementi architettonici.
Nonostante tutto però, sono ancora pochi ed insicuri gli elementi finora raccolti per stabilire con certezza l’esatta ubicazione di questa chiesa di qui elenchiamo le citazioni in antichissimi documenti tradotti dal latino:
“ …Aredo aveva offerto alla Chiesa di San Giovanni Battista di Prata tutte le sue cose al tempo di Arechis nel XXII° anno del suo ducato ….!” (613 d.C.).
“ …Donazione del Prete Lupichisio … dona alla chiesa di San Giovanni Battista sita presso il Fiume Lete tutto quello che possedeva al tempo di Grimoaldo … (788 – 795 d.C.) …e ancora altri concittadini avevano offerto loro stessi, i figli e le loro sostanze a detta chiesa al tempo di Sicone principe di Benevento …” ( 817 – 832 d.C.).
Da un manoscritto inedito della famiglia Ricci, notai pratesi stilato nell’Ottocento, alla pagina 8 parlando dell’abbandono in seguito alle incursioni saracene dell’antica “ Prata Piana “ si scrive “ …per la qual cosa i Pratesi che poterono scampare la vita nei vicini monti di tanto sterminion vedendo di non potere abitare più sicuri nel piano ov’erano molto esposte alle terribili sorprese dei Saraceni: quindi più sopra dell’antica Prata sulla sinistra del fiumicello Lete, presso l’antica chiesa di San Giovanni, quasi in una valletta, fabbricaronsi un forte Castello, con alte mura ed altissime torri …”.
Sempre nello stesso documento alla pagina 12 si scrive: “…Nell’anno 1098 Arnaldo di Buscione in una scrittura fatta a Prata, dichiarò di possedere molte castella con le loro pertinenze,…quindi offrì un terreno alla chiesa di S. Giovanni Battista, nel luogo detto Chiusa…”.
La chiesa compare citata per l’ultima volta nelle “ Litterae ad Limina “ (relazioni che i vescovi presentavano annualmente) nel 1596 come “ Chiesa Parrocchiale “.