Piccola chiesa ad una sola navata, posta a metà strada tra il Borgo Medioevale e l’abitato di Prata Superiore.
Contiene sulla parete di sinistra, in un’ampia nicchia, un affresco del tardo Cinquecento raffigurante San Rocco piegato su una gamba e con ai piedi un cagnolino che trattiene tra i denti un piccolo pezzo di pane. I colori sono ben conservati, le dimensioni sono di circa due metri di altezza per due metri e mezzo di larghezza. Al di sotto dell’affresco era posta una fontanina in pietra, con un putto scolpito a rilievo rubata da ignoti nel 2016.
La raffigurazione di San Rocco, che insieme a San Sebastiano era conosciuto come protettore degli appestati, ed il termine “Ospedale” con il quale in alcuni documenti del secolo XVIII veniva definita questa piccola chiesa, rendono verosimile l’ipotesi che questo doveva essere l’unico ricovero per i viandanti i quali, in quei tempi di ricorrenti epidemie di peste, venivano albergati fuori dell’abitato per un periodo di quarantena.
Sulla parete di destra della cappella, ancora quasi interamente ricoperta di calce, compare uno stemma a due colori (rosso e verde) in cui sono contenuti tralci di viti; è probabile che appartenga di una delle famiglie illustri presenti in Prata fin dall’epoca medioevale, poiché se ne conserva ancora il ricordo nel nome di una via del Borgo: Casa dei Viti.
La famiglia, ora estinta, è ripetutamente citata in un manoscritto inedito, datato 1708 nel quale compaiono descritte alcune cappelle intitolate a famiglie illustri di Prata e contenute nella navata principale della chiesa del convento di San Francesco. Vi si dice: “ L’impresa di detti e veri nobili propii Pratesi e non forestieri, da che fù ab antiquo Prata Piana, avanti e adesso sono li quarti di essi come qui si legge: Per impresa nella lapide del sepolcro fa uno scudo con la Croce traversa ravogliata di sotto li viti cioè gli arbori….”
La piccola chiesa godeva di rendite per la sua manutenzione provenienti da terreni posti nel territorio di Prata: “ La metà della Starza di San Sebastiano della Croce di Prata juxta divisionem…”, “ Una terra detta la Nocella , fine l’ospedale di Prata…” , “ La metà della Starza di San Sebastiano detta della Croce…” “ Un territorio detto lo Vievoco, seu lo Parco, di tomoli due, fine l’ospedale di Prata a due lati…”
Inoltre, la chiesetta compare citata ripetutamente nelle relazioni che il Vescovo della Diocesi di Alife, cosi come tutti i Vescovi delle Diocesi d’Italia, era tenuto ad inviare alla Curia Romana ogni anno (Litterae ad Limina), la prima notizia è dell’anno 1664, successivamente e precisamente per l’anno 1670 si accenna allo juspatronato senza tuttavia specificare sotto quale famiglia: “ Ecclesia Sancti Sebastiani de Jurepatronatus…” La citazione continua annualmente fine all’anno 1778.
Attualmente la chiesa è di proprietà comunale, e versa in stato di totale abbandono essendo utilizzata come deposito occasionale, anni fa il G.A.P.S. propose un idea di riutilizzo, magari come sede di una mostra permanente o di un “Antiquarium” ma al momento esiste solo una progettazione realizzata di recente per il recupero della struttura.